AIPPS: come l’approccio clinico trasforma la psicologia sportiva in un efficace strumento di prevenzione e benessere.



Fin dal 1994, anno della sua fondazione, AIPPS si occupa di psicologia clinica applicata all’attività ludico sportiva e l’obiettivo principale è la prevenzione del disagio giovanile attraverso lo strumento sportivo utilizzato con un approccio orientato agli aspetti legati alla formazione del carattere e ad un buon sviluppo della personalità. La nostra osservazione clinica studia i meccanismi di difesa utilizzati dalla persona nell’attività sportiva, nel gioco e nelle relazioni interpersonali così da individuare i problemi e proporre i correttivi adeguati.

La metodologia prevalentemente utilizzata è l’analisi transazionale perché permette l’individuazione delle modalità relazionali e comunicative esistenti al fine di sviluppare un corretto approccio alle dinamiche di interazione sportiva con la possibilità di proporre correttivi laddove ve ne fosse l’esigenza. I nostri progetti sono fruibili da diverse categorie di persone: bambini, adolescenti e adulti sia normodotati che disabili.

Tra i progetti riservati ai bambini ci fa piacere ricordare:
o Il progetto “Ares & Atena”, una innovativa formula di ludoteca che unisce gioco sport e disegno per consentire al bambino sia un avviamento sportivo che il monitoraggio della sua crescita psicofisica, con particolare attenzione alla componente emotivo affettiva indagata attraverso la lettura del signum grafico ricavato dall’analisi del disegno.
o Il progetto “Piccolo Principe”, specifico per le scuole elementari che permette il pieno inserimento di bambini caratteriali e diversamente abili, fisici e mentali, nello spazio ludico sportivo scolastico con metodologia clinico sportivo centrata sull’uso delle regole del gioco.


Tra i progetti per adulti desideriamo citare il progetto “Aus Niguarda”, nato all’interno dell’Unità Spinale dell’Ospedale di Niguarda di Milano nel 2004. Focus del progetto è considerare le persone ivi ricoverate nella loro globalità e approfittare del percorso riabilitativo, unito alla pratica sportiva della scherma, come mezzo per riappropiarsi della propria autonomia non solo dal punto di vista fisico ma anche, e soprattutto, dal punto di vista psichico affinché possano riconquistare completamente la propria vita e, accompagnandoli passo a passo, riconciliarsi con un mutato schema corporeo scoprendo nuove possibilità.

Tutti i nostri progetti si avvalgono della collaborazione del laboratorio Sporteci, laboratorio di architettura computazionale dell’Università degli Studi di Milano di Milano, Dipartimento di Scienza dell’Informazione, che si occupa del monitoraggio dei dati raccolti e della tassonomizzazione degli stessi grazie all’utilizzo del linguaggio informatico Extensible Mark Up Language (XML). Per noi è fondamentale poter leggere i risultati dei nostri progetti da un punto di vista clinico e di creare modelli clinicamente validi e replicabili.